Una trasferta di lavoro può trasformarsi in viaggio zaino in spalla?

Assolutamente sì!

Così inizia il nostro (di Marco, Laura, Patrizia e Antonella – 4 colleghi della divisione turismo di LEN) soggiorno in Sardegna!

Un viaggio, seppur breve, decisamente intenso:

due giornate dedicate alla realizzazione di un progetto digitale volto a esaltare la bellezza del territorio, patrimonio culturale, delle due regioni storiche nord-occidentali Anglona e Coros.

Ammaliati dai luoghi che abbiamo visitato, ricchi di storia, cultura e tradizioni, vogliamo condividere le emozioni che ci hanno lasciato i paesaggi rurali e le bellezze architettoniche, uniti all’accoglienza sincera e all’assoluta ospitalità dei diversi assessori, sindaci e interlocutori che ci hanno guidato in questo percorso.

Prima di procedere nella descrizione dei luoghi visitati, vogliamo omaggiare questa terra e introdurla con quello che è il simbolo per eccellenza: la bandiera sarda!

Per spiegare al meglio la storia di questa bandiera prendiamo in prestito alcune parole di Giampiero Zampa Marras Meloni che nel maggio del 1999 scrisse una Nota storica – pubblicata nel 2011 su Facebook – sulle «Origini del vessillo dei “Quattro Mori bendati sulla fronte”

I mori, come è noto, facevano pure parte dello stemma araldico del primo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari, Hugo du Pains: “ordine” fondato nel 1118 d.C., «XII secolo», in Terrasanta a Gerusalemme, nel tempio di Salomone, e sciolto nel 1312 d.C., «XIV secolo», da Papa Clemente V). In si atto scudo gentilizio i “Mori” della «Bandiera Nazionale della Sardegna» guardavano a sinistra ed avevano la benda sulla fronte, ed erano disposti al centro dei quattro quadranti generati sia dalla “Quadripartizione dell’Isola” di epoca romana e bizantina e sia dalla ‘croce rossa’ di San Giorgio, che era l’emblema usato dai crociati, tra i quali vi erano anche molti Sardi, nei luoghi sacri della cristianità.

Tale stemma era già in auge in Sardegna, quando i primi Templari trasferitisi nel 1150 d.C., «XII secolo», dalla Terrasanta nell’isola, presero in mano le redini dei Giudicati. A tale vessillo venne poi aggiunto, nel 1294 d.C., «XIII secolo», al centro della «croce» un “Quinto Moro” (di cui esiste ancora oggi una bella rappresentazione iconografica in cima ad una porta del Palazzo Boyle, nel secondo porticato del Castello di Cagliari, dopo quello della Porta dei Leoni, con accesso da via Manno) per ordine di Papa Bonifacio VIII, in seguito alla costituzione, il 4 aprile di quello stesso anno, del “Regno di Sardegna e Corsica”. Ma poi il simbolo tornò ad essere quello di prima.

La tradizione vuole – secondo un’antichissima leggenda sarda, tramandata di generazioni in generazioni, e ancora viva nella stragrande maggioranza dei villaggi isolani, a livello di memoria e di coscienza popolare – che, nell’XI secolo, cioè nel 1016 d.C., gli eserciti dei “Quattro Giudicati Sardi”, uniti per la prima volta sotto un unico comando, abbiano catturato quattro capi arabi, al seguito di «Mugâhid Ibn Abd-Allah al Amiri», più noto col nomignolo di “Museto” (che aveva manifestato l’intenzione di prendere definitivamente possesso dell’Isola occupata nel 1015 d.C., ma che per fortuna venne sconfitto), e li abbiano trascinati in catene dietro il carro dei vincitori che, giunti a Tharros, all’epoca capitale del Giudicato di Arborea, eseguirono l’ordine impartito dal Comandante in capo, lo Judex Sardiniae, supremo magistrato del Regno Sardo che all’epoca era un certo Lacon-Gunale, discendente in linea diretta da Torchitorio Re di Sardegna, a quattro miliziani, uno per ciascun Giudicato, di abbassare loro le bende sugli occhi – per la cosiddetta “pietas cristiana” – e di procedere alla loro decapitazione.

Una volta eseguito tale ordine, lo Judex Sardiniae e i Quattro regoli sub-Giudici decisero, di comune accordo, di inserire in ogni quarto «quadristellato» della “Bandiera bianco-rossa crociata” (che fino ad allora era stato il vessillo reale della Federazione dei Giudicati Sardi), al posto della stella, una testa di Moro. Mentre un altro capo arabo (il “Quinto Moro”) riuscì a sfuggire alla cattura e a riparare in Corsica, ove venne catturato e decapitato con la benda sulla fronte.

Una storia molto affascinante che vede susseguirsi anche altre ipotesi.

Nei Paesi Ispanici si sostiene che la bandiera dei “Quattro Mori” sia stata creata da Pietro I d’Aragona per celebrare la vittoria riportata sui saraceni arabi e dell’impero musulmano turco-ottomano, nella battaglia di “Alcoraz” del 1096 d.C. «XI secolo»; e le quattro teste mozzate sarebbero dei Re-Mori saraceni di Valencia, Saragozza, Murcia e le Baleari. Va detto, inoltre, che durante i circa 400 anni di dominazione spagnola, dal XIV al XVIII secolo, i “Mori” vennero raffigurati in sette modi diversi: a) coronati, b) coronati e affrontati, c) con le bende sugli occhi, d) con le bende sulla fronte, e) posizionati a sinistra, f ) collocati a destra, e g) senza alcuna benda.

I pisani, viceversa, sostengono che tale bandiera l’hanno ricevuta in dono da Papa Benedetto VIII per essere accorsi in aiuto dei Sardi ed averli difesi dai terribili e crudeli saraceni di “Museto” che intendevano conquistare la Sardegna. Ma la verità è che essi intervennero nell’Isola solo per depredarla e per soddisfare le loro mire espansionistiche.

Al contrario, i sabaudi, a partire dalla seconda metà del Settecento e fino a quasi tutto il 1999, vale a dire per circa 250 anni, hanno sempre rappresentato i “Mori” con le bende sugli occhi, e con le teste rivolte verso l’inferitura, cioè verso l’asta della bandiera.

Oggi, la bandiera dei Quattro Mori è cambiata: le teste dei mori non sono più rivolte verso l’inferitura e hanno le bende sollevate dagli occhi.

C’è chi approva o meno questa scelta, ma noi siamo convinti che conoscere la storia della propria bandiera sia sinonimo di amore per la propria terra e per la cultura del proprio popolo!

Nel prossimo articolo entreremo nel vivo dei luoghi visitati durante il nostro tour…

…curiosi?